Atto d'accusa contro ogni forma di ingiustizia - Giornale periodico on line a carattere politico e culturale

: “… Il racconto della pentita/I presunti rapporti tra i Pesce e l’ex giudice Carnevale”.

I mafioinquisitori scatenati contro chi ha difeso la libertà e la dignità dei cittadini - Dopo ventisette anni le sezioni unite della corte suprema torneranno alla giurisprudenza del 1985?

corrado carnevaleSulla prima pagina della Gazzetta del Sud di Mercoledì 23 Maggio 2012, in alto a destra: “…Il racconto della pentita/I presunti rapporti tra i Pesce e l’ex giudice Carnevale”. E all’interno la “notizia” delle dichiarazioni della “pentita” Giuseppina PESCE al dibattimento del processo originato anche dalle sue dichiarazioni contro i familiari: “…Mio suocero Gaetano Palaia… si rivolgeva a lui per ottenere scarcerazioni… "

Il Presidente della Corte Suprema di cassazione Corrado CARNEVALE ancora una volta viene chiamato in causa sfruttando la disponibilità di pentitisti associati a delinquere. Capaci di vendere la madre e i figli su richiesta dei MAFIOINQUISITORI la cui idiozia è pari solo all’odio feroce contro l’Uomo e il Magistrato, Corrado CARNEVALE, che serenamente, pacatamente, ne ha messo a nudo l’idiozia, l’incapacità di svolgere funzioni giudicanti e inquirenti nascondendo quelle qualità dietro la foglia di fico della “lotta alle mafie”.

Enunciazione di principio utilizzata per nascondere piccole e grandi mascalzonate. Che farebbero ridere se non si accompagnassero, quotidianamente, alle tragedie di processi farsa, deportazioni di scolaresche per applaudire mafioinquisitori con modalità che fanno arrossire persino gli epigoni di Kim Il Sung in NORD COREA, l’assegnazione di premi di PERICLI simili ai portatori di asseriti globuli antimafia, ecc. ecc.. In altra parte del giornale riportiamo quanto basta per far verificare l’infamia della gestione di una GIUSTIZIA COLONIALE, specie nel SUD e contro i Cittadini del SUD dovunque emigrati, come strumento di governo dei MAFIOINQUISITORI. Qui basta considerare come costoro, con la complicità dei CLARINETTI pronti a leccarli esaltandone qualsiasi infamia a comando, dopo quasi trent’anni, facciano di tutto per tentare di screditare l’Uomo e il Magistrato che da solo, in una stagione paradittatoriale, ha difeso la LIBERTA’, la DIGNITA’, la GIUSTIZIA uguale per tutti nel rispetto della LEGGE e per questo è stato combattuto e allontanato dalla CORTE SUPREMA, condannato, vilipeso.

ungheria-1956giorgio napolitano-insertSi vive ormai in un PAESE di SERVI cui si impongono VICERÈ e GOVERNATORI le cui credenziali sono rappresentate dalla capacità di esaltare fin da giovani (1956) il massacro del POPOLO UNGHERESE ed essere indicati come “miglioristi” per la capacità di migliorare la propria posizione di eurodeputati facendosi rimborsare biglietti aerei della tratta BRUXELLES-ROMA con una “cresta” di settecento euro e minacciando di arresto il Giornalista tedesco che chiede conto di tale anomalia; o di governare con l’investitura del VICERÈ un PAESE i cui Cittadini sono spinti quotidianamente verso il suicidio dalle ESTORSIONI di STATO operate da MAFIOINQUISITORI di ogni ordine e grado.
 
giuseppelupis-insertdon-stiloNel 1985, assumendo la difesa di Monsignor Giovanni STILO, l’Avv. Giuseppe LUPIS fece ricorso alla CORTE SUPREMA chiedendo l’annullamento del provvedimento di cattura emesso dal mafioinquisitore ante litteram Carlo MACRI’ – dopo trent’a approdato alla procura dei minori di REGGIO CALABRIA – contro il Sacerdote per “associazione a delinquere di stampo mafioso” sulla base delle dichiarazioni di uno dei primi pentitisti, Franco BRUNERO, già sperimentato da Carlo Alberto DALLA CHIESA e per la bisogna in trasferta in CALABRIA. Il difensore di Monsignor STILO evidenziò nel ricorso l’assoluta inattendibilità delle dichiarazioni del pentitistan per l’assenza di una minima logica interna e di qualsiasi elemento oggettivo di riscontro delle accuse. La Prima Sezione Penale della Corte Suprema presieduta da Corrado CARNEVALE accolse il ricorso e annullò il provvedimento impugnato. Nella motivazione enunciò i principi che negli anni successivi avrebbero portato ad assicurare a ogni CITTADINO ITALIANO identità di trattamento almeno dinanzi alla CORTE SUPREMA: Le dichiarazioni dei c.d. collaboratori di giustizia debbono essere esaminate con riferimento agli elementi intrinseci ed estrinseci; intendendosi i primi come logicità delle dichiarazioni, conformità nel tempo, assenza di contraddizioni e di motivi di astio contro l’accusato; e l’esistenza o meno di riscontri oggettivi in ordine agli elementi estrinseci.

Quella sentenza fu posta a base di una giurisprudenza costante della CORTE SUPREMA. Almeno fino a quando vi si trovarono GIUDICI degni di questo nome come Corrado CARNEVALE che intanto, senza chiedere alcuna integrazione di “uomini e mezzi” provvedeva ad azzerare l’arretrato della PRIMA SEZIONE PENALE. Con ciò documentando come fosse sufficiente che i GIUDICI facessero il loro dovere perché la GIUSTIZIA funzionasse e fosse davvero UGUALE per TUTTI.

luciano-violanteLe reazioni delle nullità intellettive e culturali accoscate nelle varie correnti della magistratura non si fecero attendere. MAFIOINQUISITORI che da anni avevano costruito le loro carriere semplicemente trascrivendo o facendo trascrivere dichiarazioni di pentitisti associati a delinquere e le cui dichiarazioni venivano usate come lupare giudiziarie, guidati dall’ex magistrato Luciano VIOLANTE, arruolatore di giudici nel e per il P.C.I. (partito comunista italiano) per la falange di attacco al “potere democristiano”, partirono al contrattacco.

Da subito misero sotto accusa il Presidente CARNEVALE e la CORTE SUPREMA. VIOLANTE fu il primo firmatario di un’interrogazione parlamentare con la quale, il 6 Maggio 1986, il P.C.I. si scagliava contro la CORTE SUPREMA che aveva accolto un altro ricorso dell’Avv. LUPIS e sospeso il processo in corso a LOCRI contro Monsignor STILO richiedendo copia di tutti gli atti per decidere definitivamente se trasferire o meno ad altra sede la trattazione del processo stante l’evidenziata volontà di condannare il Sacerdote manifestata a LOCRI e rinviando al 3 Luglio 1986. La“classe politica”, allora come oggi composta da evirati cantori succubi di chiunque grugnisca spacciandosi “di sinistra” per meglio controllare le plebi, non reagì a quell’attacco contro l’ “AUTONOMIA dei GIUDICI”.

Neppure quando fu reiterato, sempre sotto l’alta guida di Luciano VIOLANTE, il 6 Giugno 1986. Per cui nessuna meraviglia che il 3 Luglio la CORTE SUPREMA che aveva sospeso il processo in corso a LOCRI, dopo avere ricevuto gli atti che confermavano come fosse stata preordinata la condanna del Sacerdote in quella sede, con la sostituzione di quattro dei cinque componenti del Collegio del 6 maggio 1986, dispose che il processo proseguisse a LOCRI. Dove cinque giorni dopo, l’8 Luglio 1986, Monsignor STILO fu condannato alla pena di otto anni di reclusione. Si dovrà attendere altri tre anni perché quella condanna, su rinvio della CORTE SUPREMA che aveva accolto ancora il ricorso dell’Avv. LUPIS, fosse annullata e il Sacerdote assolto definitivamente.

martelli-falconeLo smacco per i MAFIOINQUISITORI li spinse a perfezionare la strategia di gestione mafiosa della giustizia con pentitismi e lupare giudiziarie. Il guardasigilli Claudio Martelli, chiamò a dirigere gli Affari penali del Ministero Giovanni Falcone, che aveva istruito il maxiprocesso a Cosa nostra. Questi gli avrebbe chiesto consiglio per evitare che sull’ultima fase giudiziaria del maxiprocesso gravasse l’ombra del dubbio, stante la fama che circondava Carnevale di non accettare che la GIUSTIZIA fosse piegata alle esigenze PERSONALI E POLITICHE dei MAFIOINQUISITORI. VIOLANTE suggerì – impose - il monitoraggio delle sentenze emesse dalla prima sezione: per quattro mesi un gruppo di giudici lavorarono sui 12500 provvedimenti emessi dal 1989. Con la complicità di tutti fu deciso un criterio di rotazione. Al Presidente CARNEVALE che si era occupato del maxiprocesso antimafia già dal 1991, fu impedito di presiedere la prima sezione della CORTE SUPREMA.

togherosseg caselliIl 30 Gennaio 1992, accogliendo gli auspici dei MAFIOINQUISITORI la Cassazione confermò le condanne inflitte a Palermo. E immediatamente si scatenò l’attacco finale che ha portato alla situazione nordcoreana che oggi si vive. Contro il Presidente CARNEVALE fu scatenato il branco dei pentitisti partendo dalle dichiarazioni di Gaspare Mutolo. Sulla base dell’aggiunta di false accuse acriticamente recepite dalla procura di PALERMO dove era andato in missione Giancarlo CASELLI, del VIOLANTE GROUP, il 29 marzo 1993 la procura di Palermo gli inviò un avviso di garanzia.
E meno di un mese dopo il Presidente CARNEVALE fu sospeso dalle funzioni e dallo stipendio. Iniziò un calvario protrattosi fino all’assoluzione dieci anni dopo il 30 ottobre 2002. Dal 21 giugno 2007 è tornato a svolgere l’attività giudiziaria presso la Prima Sezione CIVILE della Corte Suprema che oggi presiede.

book cw2869 1Nel Libro “ Un giudice solo – A colloquio con Andrea Monda” racconta la verità su quanto accaduto e che con il degrado della GIUSTIZIA ha portato al degrado della SOCIETA’. Degradi che si tenta di nascondere mascherandoli con la retorica MAFIOINQUISITORIA Le cui pagliacciate non riescono a cancellare, per chi mantiene un minimo di DIGNITA’ e di FACOLTA’ INTELLETTIVE e CULTURALI , la consapevolezza di quanto siamo tutti debitori al Presidente CARNEVALE se permane ancora nella società almeno una speranza di rinascita. Egli era consapevole di cosa rischiasse denunciando apertamente le attività illegali di pool (clan) antimafia, composti da “giudici sceriffo”, ricordando come « La Costituzione vuole il magistrato in toga e non in divisa [...] Io sono un giudice e mi rifiuto di essere un combattente anche contro la mafia, il mio compito non è quello di lottare. ».

g-falcone-p-borsellinoÈ comprensibile come i MAFIOINQUISITORI vedano con terrore, mentre svolgono le loro liturgie commemorative cariche di retorica con le quali nascondono le loro complicità in quanto accaduto, la possibilità che finalmente qualcuno voglia andare a verificare davvero chi abbia ordinato ed eseguito l’assassinio di FALCONE e BORSELLINO e delle rispettive scorte.

budapest-56-bgiorgio napolitano giovane-rivoluzione unghereseIndagando sull’appuntamento che FALCONE aveva a MOSCA, il 28 Maggio 1992
(cinque giorni dopo l’attentato) per ricevere le copie degli atti comprovanti i finanziamenti del comunisti sovietici a quelli ita(g)liani e di cui aveva messo a conoscenza Paolo BORSELLINO. Solo giudici “ scansafatiche e incompetenti, (che) non conoscono i codici e pensano solo alla carriera…. (cui) non piace lavorare” possono continuare a svolgere le funzioni MAFIOINQUISITORIE e continuare a gestire “Il pasticcio dell’antimafia professionista… nato per colpire gli avversari politici della sinistra di matrice comunista”. Che vent’anni dopo le stragi di CAPACI e via D’AMELIO, invia a PALERMO per commemorarne le vittime lo stesso soggetto di pura matrice comunista che nel 2006, appena insediatosi, andò a commemorare le vittime delle stragi di BUDAPEST del 1956. Coincidenze terrorizzanti.

falcoverde

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