Atto d'accusa contro ogni forma di ingiustizia - Giornale periodico on line a carattere politico e culturale

imagescasi1rmvLetizia Moratti la primina della classe e solitaria guerriera in questa rovente campagna elettorale milanese. Se la prende con gli avvocati penalisti. Prima con Roberto Lassini in lista PdL con lei. Poi con Giuliano Pisapia suo diretto antagonista nella lista PD. Insomma per la Moratti non ci sono confini!

A Milano il sindaco uscente Letizia Moratti PdL in campo in competizione con Giuliano Pisapia PD per avere ancora la poltrona nella città della Madonnina in questa tornata elettorale, si sta comportando veramente in modo molto stranuccio e bizzarro. Sembra un’integralista islamica che lancia strali contro chi ha “peccato” anche se poi peccato non c’è stato. Ed è recidiva.

br-procure-poster drago-cavaliereUn mese fa si è  scagliata “lancia in resta” contro l’avvocato penalista Roberto Lassini sempre PdL reo di avere qualcosa a che fare con la pubblicazione di manifesti con la scritta “ Via le BR dalle Procure”. Manifesti che hanno tappezzato Milano in una notte di meno di un mese fa. Vedere nostri articoli su questo giornale del 20 e 23 aprile scorsi:
Roberto Lassini avvocato colpevole per avere tappezzato Milano con un poster “VIA LE BR DALLE PROCURE”  
"Fuori le BR dalle procure” e i giudici si sentono colpiti

Per la cronaca Roberto Lassini si fece quasi due mesi di carcere nel ’92, in piena tangentopoli, per una accusa falsa. Per un presunto reato di concussione risultato inesistente e prosciolto con formula piena dopo cinque anni di calvario. Aveva allora trentanni. Ebbene, la nouvelle Giovanna D’Arco ha fatto il braccio di ferro contro di lui! Con un editto tipo: “Fuori Lassini dalla lista dove si è candidato consigliere e dove ci sono anch’io o se no io mi ritirerò. Insieme mai”. 

Pensiamo forse che la sindachessa uscente Letizia Moratti, la solitaria guerriera e riproponente alla stessa carica avesse paura di essere contagiata dall’odore delle mura di San Vittore. Carcere di prima categoria a Milano, dove il Lassini risiedette contro la propria volontà, per ordine di una procura. Ordine  risultato ingiusto. 

Forte della sua posizione di sindaco e di soldi la paladina dalla bianca anima fece un ricatto bello e buono. Così si chiama quello che lei chiese. O fuori lui o fuori io! Ma la legge malandrina la punì. Chi è nella lista già depositata non può ritirarsi. Quindi né lei né Lassini essendo la lista già depositata. E la sindachessa di Milano dimostrò di non conoscere le norme.
L’avvocato Roberto Lassini, deludendoci molto, le ha promesso allora che se sarà eletto si dimetterà. Sora Letizia a questo punto si è ritenuta soddisfatta e rimborsata. Tanto che qualche settimana dopo ci fu un abbraccio pubblico tra i due.

Adesso la giustiziera della legalità ritorna all’attacco. Contro altro avvocato sempre penalista, Giuliano Pisapia, il suo concorrente alla poltrona di Milano. E’ stato un ladro d’auto, tuona la signora. Informata evidentemente male e senza verificare la notizia infamante, la diffonde ai quattro venti. Pisapia secondo la linda Moratti non è  uomo candido lavato con perlana. Ma ha macchia. Anche lui, come il collega Lassini e tantissimi altri, ha fatto il carcere da innocente.  Per come risulta dalle sentenze definitive.

Breve cronostoria: Nel 1980 Giuliano Pisapia venne arrestato per ben quattro mesi (ingiustamente per come risulterà poi) da una falsa testimonianza del terrorista di prima linea Roberto Sandalo che lo accusava di concorso a furto d’auto per il sequestro di un altro terrorista del collettivo milanese di via Decembrio. In base a queste accuse fu arrestato e passò quattro mesi in carcere. In primo grado, nel 1994 Pisapia fu giudicato “responsabile del reato… cha va estinto per amnistia”. Ma Giuliano Pisapia non si accontentò di questa sentenza. Non vuolle essere amnistiato evidentemente perché sicuro della sua innocenza e procedette con il ricorso in appello. Nel 1995 arrivò la sentenza di assoluzione con formula piena.

Se non altro per le gravi ingiustizie subite dai due avvocati, Lassini del PdL e Pisapia del PD, non importano le targhe ma le persone. La Moratti avrebbe dovuto inchinarsi davanti ai due. Per le torture che ingiustamente hanno subito. Lei, la signora dal salotto buono che ne sa di quello che i carcerati subiscono tra le mura di un penitenziario? La misericordia, la clemenza, la bontà devono essere i requisiti primari di chi vuole occupare un posto eminente di potere. Per governare con la luce dell’intelligenza e dell’anima.  

Io voglio aggiungere una mia considerazione finale: Quand’anche queste persone si fossero “fatto” il carcere perché riconosciuti colpevoli  con sentenza definitiva e avessero scontato la pena sarebbero nella piena legittimità di potersi candidare come tutti i cittadini liberi in una libera democrazia. E invece assistiamo ancora oggi alla legge del taglione. Chi è uscito dal carcere, dopo avere scontato la pena, è come un appestato. Non trova più posto nella cosiddetta società civile. Ma dov’è questa società? Ancora in Italia io non la vedo. E nemmeno purtroppo nel resto del mondo. Ancora i più forti schiacciano i più deboli.
 E’ segno di pregiudizio, di caccia alle streghe, allontanare chi ha avuto problemi con la giustizia. Anche perché sempre più spesso la giustizia appare orba. Per superficialità o con coscienza e volontà. Cioè dolo.

Dunque  egregia Letizia signora Moratti della Milano da bere, forse il suo posto non è a capo di una città abitata anche da ex-carcerati come tutte le città e le contrade del mondo, ma alle sfilate di moda alla crème caramel delle prime comunioni dove l'animo dei bimbi è ancora all’oscuro delle schifezze che accadono nel mondo. Quando ancora  giocano tra loro senza barriere se non quelle poi poste dai “grandi”.
 

 

Giornale online iscritto il 2/05/2008 al n. 184/2008 del Registro di Stampa del Tribunale Civile di Roma.
Direttore Ernesta Adele Marando. Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.