berlusconilula-insertLA STUPIDA ISTERIA DEI POLITICANTI ITALIANI AL POTERE DINANZI ALLA MANCATA ESTRADIZIONE DI CESARE BATTISTI – NONOSTANTE SAPPIANO DI NON MERITARE IL RICONOSCIMENTO DI UN “carattere democratico” DELLO STATO CHE LA NOTA DEL PRESIDENTE LULA GENEROSAMENTE ACCREDITA.

Nota del governo brasiliano sul cittadino italiano Cesare Battisti:
"Oggi il presidente ha preso la decisione di non concedere l'estradizione al cittadino italiano Cesare Battisti, basandosi sul parere dell'Avvocatura generale dello stato. Il parere ha considerato attentamente tutte le clausole del trattato di estradizione tra Italia e Brasile in particolare la disposizione espressa nella lettera "F", punto 1, dell'articolo 3 del trattato, che cita, tra le ragioni della mancata estradizione, la condizione personale dell'estraditando. Conformemente a quanto risulta dal Trattato stesso, questo tipo di giudizio non costituisce un affronto a un altro stato, in quanto situazioni particolari per l'individuo possono generare rischi, malgrado il carattere democratico dei due Stati. Al tempo stesso, il governo brasiliano esprime il suo profondo stupore per i termini della nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell'Italia, del 30 dicembre 2010, in particolare con il riferimento personale non pertinente al Presidente".

L’isteria e la stupidità con la quale i politicanti italiani, al potere e all’opposizione, hanno accolto la nota della Presidenza del BRASILE conferma l’inconsistenza assoluta di una classe politica  persino incapace di manifestare riconoscenza per il generoso riconoscimento del “carattere democratico” dello Stato in cui operano che hanno ridotto a una finta democrazia. Il Presidente LULA è a conoscenza di tale realtà. Per cui il riferimento della nota al  giudizio che ha portato il Brasile a negare l’estradizone specificando come ciò “...non costituisce un affronto..." ma è solo determinato dall’esistenza di “…situazioni particolari…” che “ per l’individuo possono generare rischi, malgrado il carattere democratico dei due Stati” è da considerare anche come un ironico riferimento alla pena di morte esistente in Italia ( solo nel 2010 ci sono state sessantaquattro esecuzioni mediante suicidio ) che non consente di affidare allo stato richiedente l’estradizione la vita del Cittadino che ha chiesto asilo politico.

La nota non cita esplicitamente questa realtà. Ma nel parere dell’Avvocatura del Brasile in base al quale il Presidente Lula ha negato l’estradizione sembra si faccia espresso riferimento al fatto che non é previsto dall’ordinamento del Brasile la condanna all’ergastolo in quanto incompatibile con la funzione di riabilitazione del reo; inoltre sembra si faccia riferimento alla mancata ratifica da parte dell’Italia, pur avendola sottoscritta, alla convenzione contro la tortura con previsione di controlli senza preavviso. Così come generosamente ha accreditato una democraticità inesistente il Brasile ha evitato un esplicito richiamo alla pena di morte.

Il garbato richiamo finale della nota con l’espressione del “… profondo stupore per i termini della nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell'Italia, del 30 dicembre 2010, in particolare con il riferimento personale non pertinente al Presidente" dovrebbe fare riflettere gli analfabeti del diritto internazionale e della diplomazia che hanno minacciato il richiamo dell’ambasciatore italiano in Brasile e montato un ignobile pantomima per costringere il Brasile a revocare il provvedimento con cui ha negato l’estradizione. Provocherebbero solo ulteriori danni all’Italia. Senza poter contare ancora sull’ironico riconoscimento da parte del Brasile di una inesistente democrazia. Potrebbero invece di prendere spunto da quanto accaduto per abolire la pena di morte e avviare le riforme necessarie per una reale democratizzazione dello stato. Ma questo non è un programma per cinici analfabeti in preda all’isteria
Antonio Centelles 31 dicembre 2010