
Sia che si creda che quell’Uomo sia stato Dio incarnato, sia che lo si escluda il Suo messaggio rimane. Impedendo l’assassinio di una donna che stava per essere lapidata sfidando a commettere quel delitto chi fosse stato senza peccato e allontanando così gli ipocriti pronti a lanciare le pietre; richiamando il comportamento del Samaritano verso il prossimo anche sconosciuto; riservando al figliol prodigo il “vitello grasso”; invitando a mettersi d’accordo con ogni avversario mentre si è ancora in strada con lui e a fare pace con il proprio fratello prima di accostarsi all’altare a depositare un’offerta, per tutto ciò quell’Uomo-Dio fu crocefisso.
Da duemila anni il Crocefisso esposto o meno in “uffici pubblici” ricorda quegli insegnamenti e quanto sia alto il destino dell’Uomo che li segua. Siano stati proposti da Dio o da un Uomo quegli insegnamenti sono stati e rimangono la grande speranza di un mondo migliore. Anche quando proprio le istituzioni li disapplicano esercitando il potere servendosi di chi lancia le pietre contro l’Uomo e nascondendo la propria ipocrisia sotto toghe e paludamenti. Istituzioni e ipocriti che non sopportano il Crocefisso e per questo tentano di rimuoverlo. Perché la presenza del Crocefisso richiama e accusa l’ipocrisia comunque mascherata. E’ la rivelazione della cattiva coscienza non esorcizzabile qualunque funzione si svolga, di qualunque scorta si usufruisca, quando si tradiscono gli insegnamenti del Crocefisso.
