Vedo con l’animo colmo di tristezza lo scempio perpetrato alla povere semplice gente di Calabria. Alla Calabria stessa. Terra che in Italia non vi è uguale tanto è meravigliosamente bella. Perciò da abbattere. E perché direte voi? Primo perché farebbe troppa concorrenza agli stabilimenti dell’Adriatico, del Tirreno “alto” e così via. Non è paranoia. E’ realtà. L’invidia muove il mondo degli interessi. Rimini sparirebbe dopo un secondo se in Calabria vi fossero le stesse strutture ed opportunità. Li non si chiede ai ragazzi locali di vivere raccogliendo mandarini stagionalmente. A Rimini e dintorni ai giovani vengono offerte ben altre opportunità. In linea con i nostri tempi. Ma in Caloria il lavoro c’è dicono illuminati analisti giornalist e politici.. Raccogliere arance. Ok. Si può fare anche questo perché no. Per scelta però. Non per disperazione. Cerchiamo pari opportunità per tutti. I genitori hanno speso e spendono tutti i loro miseri risparmi per fare studiare i propri figli e vorrebbero per loro un mondo migliore. Diverso dal loro. Fatto di fatiche e schiena spezzata.
Non dimenticatelo, caro Renato Farina, Lei che ieri sul “il Giornale” a pagina
E ancora, perché si deve abbattere ogni possibilità di progresso in Calabria? Perché
E chi conduce le fila? Chi ordisce questi intrallazzi? Ci siamo mai chiesti qual è il gioco delle parti tra i controllati e i controllori? Si controllano a vicenda. Da che mondo è mondo è così..
I negri di Rosarno e gli abitanti di Rosarno sono legati dallo stesso destino. Sono due facce della stessa medaglia. Schiavi. Il conflitto che è scoppiato tra loro dovrebbe coprire di vergogna i rappresentanti del Consiglio regionale calabrese che non sono stati capaci di tutelare nessuno. Né i propri cittadini né gli ospiti. A cui comunque va il nostro grazie per il lavoro svolto e sottopagato. Vilipesi per essere stati “ospitati” nella terra d’accoglienza come cani rognosi. Vergogna. Se si aprono le porte di casa l’ospitalità deve essere rispettosa e degna. Altrimenti non si fanno le nozze con i fichi secchi.
L’Africa è un continente ricchissimo. Pronto per essere pappato dalla Cina. Già lottizzato. E si spediscono gli africani in Calabria. Per lottizzare anche l'Italia. Si comincia cosi... La Calabria, una terra poverissima al limite della sopravvivenza. Era una guerra annunciata. Questione di tempo. Una polveriera pronta ad esplodere. Una scintilla alla miccia. E così la scintilla è partita da un atto vandalico. L’africano che incurante di tutto e tutti ha tirato fuori l’arnese e si è messo urinare sotto la finestra dove una donna era affacciata. La polveriera è esplosa perché il marito della donna, furibondo, ha sparato il pisciatore sfrenato con un fucile ad aria compressa. Si è scatenato l’inferno. Né vincitori né vinti tra africani e rosarnesi. Solo umiliati e offesi. Da uno Stato assente. Vinte le istituzioni.
Le guerre fratricide sono una vergogna. Non ho apprezzato ieri sera, nel Tg3 nazionale delle 19 e 30, il bello e buono e bravo sindaco di Riace che illustrava l'Eden multietnico che alberga nel suo Comune. Faceva vedere i gruppi palestinesi, marocchini, e quantaltro come in una sorta di paradiso terrestre. Tutti integrati. Tutti belli. Un'armonia da telenovela .E invitava i poveri africani scacciati dai cattivi rosarnesi ad andare da lui, da loro, a Riace, tanto sono accoglienti. Questo mi appare come uno sciacallaggio. Non credo che i fratelli rosarnesi siano degli aguzzini razzisti. Vogliono solo rispetto. Magari esasperati, dalla ragione sono passati al torto. Ma ce ne corre tra un tiro al bersaglio con aria compressa ( comunque assolutamente deprecabile ) che fa solo un po male e avrebbe potuto fare peggio, e una rivolta tribale sanguinaria. Ad personam. In centinaia con spranghe e mazze. Una rabbia micidiale che non ha risparmiato donne, bambini, uomini e cose. Un plotone d'esecuzione che non ha risparmiato niente e nessuno.
Siamo vicini al popolo di Rosarno e anche agli immigrati africani. Condanniamo però la violenza. Se giustizia doveva essere fatta bisognava rivolgere le proprie attenzioni ai governanti. Non dandogli alcuna fiducia, non votandoli più. Chi apre le porte del nostro Paese deve essere consapevole di molte cose. Altrimenti si prepara una miscela esplosiva. E chi ci dice che, come novello cavallo di Troia, i barconi dei disperati spesso non ci consegnano guerriglieri al soldo dei terroristi? Fantasia? Sarà...
E ad ogni modo si ospita chi si può ospitare. se non abbiamo le condizioni non ospitiamo. Perchè le ospitalità ricadono sulla testa della povera gente. Specialmente in Calabria dove gli sbarchi sono pressocchè giornalieri.
Ci si può risollevare solo con la cultura e la consapevolezza dei propri diritti e doveri. Senza fare sconti a nessuno. Tutti politici calabresi, in Calabria e fuori calabria facciano ritorno a casa. A raccogliere bergamotti e mandarini. Si sono troppo arricchiti alle spalle dei poveri balordi calabresi.