Atto d'accusa contro ogni forma di ingiustizia - Giornale periodico on line a carattere politico e culturale
liberiamocarloCarlo PARLANTI ingiustamente detenuto negli USA. Appello dell'Avvocato Giuseppe Lipera al Ministro degli Esteri Onorevole Frattini.



Al Ministro degli Affari Esteri
On.le Franco Frattini
Palazzo della Farnesina
R O M A                      

Ill. mo Signor Ministro,

facendo seguito alla nostra precedente nota del 19 novembre scorso, rimasta totalmente inevasa, ancora una volta chiediamo giustizia per il nostro connazionale CARLO PARLANTI.

Carlo Parlanti è certamente una vittima!

Vittima di una vicenda giudiziaria che ha dell’incredibile per il modo in cui si è delineata, per l’assurdità del processo che è stato celebrato nei suoi confronti e per la sentenza di condanna che ne è scaturita: nove anni per i reati di violenza sessuale e sequestro di persona.

La gravità delle accuse mosse nei confronti del nostro assistito e la delicatezza del caso dovevano indurre gli organi di giustizia americani a fondare la propria decisione di colpevolezza sulla base di prove certe e incontrovertibili, considerato che l’imputato era oltretutto un cittadino italiano.

Tutto questo non è accaduto!

Il processo nei confronti di Parlanti può definirsi, senza tema di smentita, un processo-farsa in cui le uniche “prove” a suo carico erano costituite solo ed esclusivamente dalle dichiarazioni della presunta vittima (la quale, giova ricordarlo, era l’ex convivente del Parlanti, che lo denunciò solo dopo che lo stesso decise di lasciarla), dichiarazioni confuse, contraddittorie, non suffragate da alcun riscontro di carattere documentale o di altro genere.

“Prove” che in una qualunque aula di giustizia italiana sarebbero state ritenute insufficienti, se non addirittura insussistenti; eppure il Parlanti, sulla scorta di un quadro accusatorio assolutamente vago e mai dimostrato, sconta la sua pena in un penitenziario californiano, dopo avere finanche rifiutato l’ipotesi di aderire ad un patteggiamento che la pubblica accusa gli aveva proposto e gli avrebbe consentito di essere rimesso in libertà in tempi brevissimi.

Ma Carlo Parlanti è un innocente, condannato ingiustamente da un meccanismo giudiziario che, duole dirlo, non riconosce i più elementari fondamenti su cui un giudizio di colpevolezza deve essere basato: nessuno può essere condannato se non in forza di prove certe ed inconfutabili, al di là di ogni ragionevole dubbio!

Tale principio universale, che dovrebbe costituire l’essenza di ogni sistema giudiziario di uno Stato democratico, sia esso americano o di qualunque altra nazionalità, è stato nella fattispecie palesemente violato e calpestato.

Il Parlanti ha già scontato quasi metà della pena per un delitto mai commesso, e il senso di prostrazione e disperazione in cui si ritrova lo stanno facendo lentamente morire, in un processo distruttivo che diventa ogni giorno che passa sempre più inesorabile.

Per tali ragioni ci rivolgiamo accoratamente alle istituzioni di questo Stato, affinchè la giustizia violata venga ripristinata.

Carlo Parlanti è un cittadino italiano, è un nostro connazionale ed in quanto tale va difeso da questo Stato che non può affatto dimenticarlo o abbandonarlo a se stesso, perché ciò significherebbe arrecare offesa all’intera comunità di questo Paese.

Chiediamo all’E.V. di attivarsi immediatamente attraverso i canali diplomatici per verificare la possibilità di poter riaprire il processo nei confronti di Carlo Parlanti.

Tale richiesta non è affatto campata in aria, ma si fonda sulla certezza che laddove il processo nei confronti di Carlo Parlanti potesse essere sottoposto a revisione, egli potrebbe dimostrare tranquillamente la sua innocenza.

Se l’E.V. ritenesse di non dover percorrere tale soluzione invocheremo l’intervento dell’intero Governo italiano e del suo Presidente del Consiglio, perché eserciti le dovute sollecitazioni in tal senso nei confronti del Governo americano.

Il nostro può sembrare un appello disperato, ma non lo è!


Riteniamo, infatti, in tutta coscienza che ogni qualvolta si consumi una tragedia nei confronti di un concittadino italiano, vittima di palesi ingiustizie o arbitrari soprusi, sia dovere morale e civile di ognuno di noi intervenire per la sua salvezza.

Con ossequi

Roma 2 dicembre ’08

Avv. Giuseppe Lipera


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