Atto d'accusa contro ogni forma di ingiustizia - Giornale periodico on line a carattere politico e culturale
L’impresa antimafia dei giudici Barbaini di Milano, Mollace di Reggio Calabria, Sacco e Baudi di Catanzaro per favorire il loro collega Salvatore Curcio - Lupara giudiziaria contro l’avvocato Lupis – strategie e complici

mollace-francesco-insert-320-pxCome si ricorderà l’avvocato LUPIS fu arrestato su ordine del giudice “antimafia” MOLLACE, l’11 Gennaio 2004. Nella sacca da viaggio aperta che aveva portato al controllo bagagli dell’aeroporto di REGGIO CALABRIA prima di prendere un volo per MILANO venne rinvenuta una pistola. L‘avvocato disse che l’arma non era sua e che qualcuno l’aveva messa nella sacca per farlo arrestare. MOLLACE era “p.m. di turno”, stava vedendo le partite di calcio in televisione, fu informato dell’accaduto e continuò nella propria brillante attività culturale. Non procedette all’immediato interrogatorio di LUPIS.
giuseppelupis-insertNon ordinò che si accertasse la presenza di impronte digitali sull’arma, all’acquisizione dei filmati dei sistemi di sicurezza dell’aeroporto, all’accertamento dei presenti al momento del rinvenimento dell’arma. Nei due giorni successivi non trovò il tempo (non ebbe il coraggio e la dignità diciamo noi ) di interrogare il Cittadino arrestato che al terzo giorno ne richiese la sostituzione al capo ufficio di MOLLACE denunciandone l’evidente inidoneità. LUPIS venne comunque liberato dal carcere appena il fascicolo relativo al porto d’arma fu consegnato ai giudici. MOLLACE non andò a interrogare l’Avvocato LUPIS né dispose indagini. Neppure dopo che vennero espressamente indicate come necessarie dal giudice delle indagini preliminari e dal tribunale della libertà.

curcio_salvatore_insertDopo l’arresto dell’avvocato LUPIS il giudice “antimafia” SALVATORE CURCIO, marciò su SALERNO, il 24 Gennaio 2004, per esibire quel trofeo e chiedere per se e i complici della rapina ai danni della Contessa LUCIFERO l’assoluzione per i delitti commessi con le false perizie del geometra SARCONE e la complicità degli avvocati MATACERA. CURCIO e complici avevano usato la lupara giudiziaria per effettuare quella rapina ed erano stati incriminati a SALERNO dopo il colpo eseguito il 22 Settembre 2000. L’avvocato LUPIS nei quattro mesi successivi era riuscito a fare restituire la casa alla Contessa e i Giudici di SALERNO avevano incriminato CURCIO e complici per i reati commessi.

Dopo l’arresto di LUPIS, SALVATORE CURCIO marciò su SALERNO. Disse ai colleghi che i ritrovamento della pistola all’aeroporto cambiava tutto. Che dovevano assolvere immediatamente lui e i complici per la rapina della casa della Contessa che con quella pistola – proprio quella rinvenuta all’aeroporto di REGGIO CALABRIA disse – avrebbe voluto ucciderlo il 22 Settembre 2000. E incriminare l’avvocato per attentato alle sue – di CURCIO – virtù antimafia e lesa maestà. I colleghi di CURCIO non si impressionarono troppo. Richiesero il rinvio a giudizio di CURCIO e complici. L’udienza preliminare fu fissata dinanzi al GUP per il 4 Luglio 2004.

La Contessa LUCIFERO diede incarico all’avvocato LUPIS d rappresentarla in quell’udienza e difenderne le ragioni dinanzi al Giudice dell’udienza preliminare del tribunale di SALERNO. Fu a questo punto che a CATANZARO fu deciso un nuovo arresto dell’avvocato LUPIS. Non essendo praticabile un secondo arresto per “detenzione di arma” si decise di incriminarlo per “calunnia” del giudice “antimafia” MOLLACE.

LUPIS ne aveva denunciato l’incapacità e chiesto la sostituzione. MOLLACE invece di trattenere a REGGIO CALABRIA il fascicolo relativo all’imputazione dell’avvocato LUPIS per porto abusivo di arma, il 12 Gennaio 2004, si consultò direttamente con la collega “antimafia” BARBAINI. Costei gli inviò delle copie degli atti comprovanti i reati compiuti in nome dell’ “antimafia solidale”.

Lo scempio della giustizia e l’uso della lupara giudiziaria si colora di comicità: BARBAINI fin dal 24 Ottobre 2001 aveva scoperto che l’avvocato Vincenza MATACERA aveva tradito il mandato ricevuto e si era appropriato indebitamente della somma di 102.350.000 della Contessa LUCIFERO.

Scoperta aveva fatto dire al fratello, avvocato Attilio MATACERA, che se la Contessa avesse richiesto la restituzione della somma lui l’avrebbe denunciata di voler uccidere CURCIO e avrebbe indicato l’avvocato LUPIS come complice. Dimostrando l’intelligenza investigativa e il rispetto della Legge per cui vanno famosi nel mondo i giudici antimafia, BARBAINI, invece di procedere nei confronti dei due MATACERA incriminò la Contessa LUCIFERO e l’avvocato LUPIS per porto e detenzione d’arma. E naturalmente, a il 18 Novembre 2003 inviò gli atti “ per competenza” alla procura del suo collega giudice “antimafia” CURCIO a CATANZARO invece che a SALERNO.

Non meraviglia che di lì a un mese invece di effettuare una perquisizione per trovare la somma di 102.350.000 sottratta indebitamente alla Contessa LUCIFERO dai MATACERA, si sia effettuato all’aeroporto di REGGIO CALABRIA, l’11 Gennaio 2004, la perquisizione che portò a rinvenire la pistola e all’arresto di LUPIS. Il giudice “antimafia” MOLLACE, il 12 Gennaio 2004 si abboccò con la collega “antimafia” di MILANO. L’incontro delle due intelligenze investigative portò anche MOLLACE a omettere ogni azione per i delitti compiuti dai due avvocati MATACERA pur avendone ricevuto le prove scritte da MILANO. Naturalmente, fallito come s’è visto la marcia di CURCIO su SALERNO dopo l’arresto di LUPIS, MOLLACE, il 16 Marzo 2004, inviò alla procura del giudice “antimafia” CURCIO, a CATANZARO invece che a SALERNO, il fascicolo della detenzione dell’arma “trovata” all’aeroporto di REGGIO CALABRIA. Del fascicolo si impadronì la collega “antimafia” del giudice “antimafia CURCIO, Carla SACCO. Anche costei sorvolò sui delitti commessi dagli avvocati MATACERA e omise di incriminarli per l’appropriazione indebita e l’estorsione.

Addirittura, il 16 Marzo 2004, interrogando l’avvocato Attilio MATACERA, il p.m. antimafia SACCO – il cui ufficio a CATANZARO era a fianco di quello di CURCIO - gli contestò benevolmente di avere commesso i reati di falso e calunnia. Ovviamente la benevolenza (forse anche i rapporti con il collega CURCIO? È calunnioso ipotizzarlo?) le impedì di contestargli formalmente quei reati, documentalmente provati. SACCO portò a termine più alta impresa e missione. Come si ricorderà a SALERNO era stata fissata l’udienza del 4 Luglio 2004 nei confronti di CURCIO e complici per la rapina dell’appartamento della Contessa LUCIFERO che aveva dato all’avvocato l’incarico di rappresentarla e difenderla in quella sede. Il giudice “antimafia” SACCO, collega del giudice “antimafia” CURCIO, sulla base di una intelligente rilettura – la stessa di BARBAINI e MOLLACE - degli atti comprovanti i delitti compiuti daiMATACERA e da CURCIO e complici, richiese al giudice delle indagini preliminari “antimafia” di CATANZARO Antonio BAUDI di emettere provvedimento di cattura nei confronti dell’avvocato Lupis per avere “calunniato” il giudice “antimafia” MOLLACE del quale l’avvocato LUPIS s’era permesso di chiedere la sostituzione per incapacità il 13 Gennaio 2004. La misura detentiva fu naturalmente emessa e l’avvocato LUPIS fu messo e trattenuto in carcere fino ad Ottobre 2004. Fino al decorso dei termini massimi di custodia cautelare. Il 17 Maggio 2010, deponendo quale teste dinanzi al tribunale di CATANZARO, come già avevano fatto il 25 Febbraio e l’8 Marzo 2010 i due avvocati MATACERA, il giudice “antimafia” MOLLACE, sotto giuramento, dichiarò due volte il falso: Sostenne di non avere saputo nulla fino alla data dell’arresto dell’avvocato LUPIS a Luglio 2004 dell’esistenza di un procedimento originato dalla richiesta di sostituire MOLLACE per incapacità nel condurre le indagini.

Sostenne ancora di non avere avuto contatti diretti con la sua collega “antimafia” di MILANO BARBAINI e di avere solo saputo dal proprio procuratore capo della volontà di costei di contattarlo. Al contrario, per come risulta dagli atti, il giudice “antimafia” MOLLACE subito dopo avere disposto l’arresto dell’avvocato LUPIS l’11 Gennaio 2004 e solo dopo esserne stato sollecitato aveva comunicato al suo procuratore capo di essere in contatto dal 12 Gennaio 2004 con il giudice “antimafia” BARBAINI di MILANO. E in ordine alla richiesta di comunicare che cosa intendesse fare in merito alla richiesta di sostituzione per incapacità che era stata avanzata dall’avvocato LUPIS aveva comunicato di riservare ogni azione a propria tutela.

Tutti gli elementi evidenziati sono provati integralmente da atti processuali acquisiti a CATANZARO che provano la gestione della giustizia come una lupara giudiziaria contro un avvocato. Responsabile di avere difeso una cliente che era stata rapinata della casa di abitazione da magistrati-rapinatori. Provano l’intervento in favore dei giudici responsabili della rapina da parte dei loro colleghi antimafia per nasconderne le responsabilità e aggredire e arrestare l’avvocato che aveva osato evidenziarle e chiedere e ottenere giustizia. In una sede diversa da CATANZARO, a SALERNO.

tribunale-catanzaroDall’incontro delle intelligenze investigative dei p.m. antimafia BARBAINI, MOLLACE, SACCO e del gip antimafia BAUDI è partorito il procedimento per “calunnia”, fatto nascere e crescere a CATANZARO dove fu usata impunemente la giustizia come una lupara giudiziaria. Utilizzando come cartucce anche le false testimonianze rese sotto giuramento dai testi avvocati Enza e Attilio MATACERA. Seguiti dal teste giudice “antimafia” Francesco MOLLACE. Con l’evidente scopo di ottenere la condanna dell’avvocato LUPIS per “calunnia”. Il tutto dopo che s’era utilizzato il tradimento dell’avvocato Enza MATACERA, nominandolo in cambio “giudice onorario” e omettendo di incriminarlo per infedele patrocinio, appropriazione indebita aggravata, abuso di foglio firmato in bianco, false dichiarazioni al p.m., calunnia assieme al fratello avvocato Attilio MATACERA. Le prove documentali dei delitti eseguiti con la lupara giudiziaria sono state acquisite a CATANZARO, MILANO, REGGIO CALABRIA, SALERNO e risalgono al 1999, 2000, 2001, 2004…

luigi-apicella-insertSono state inviate, quelle prove, alla procura di SALERNO, al ministro di giustizia, alla commissione antimafia, alla presidenza della Repubblica, alla procura generale della cassazione. Hanno formato oggetto di interrogazioni parlamentari. Nessuno si è mosso. Il terrore della lupara giudiziaria li ha ammutoliti. Ci facciano almeno la cortesia di evitarci gli osceni discorsi sull’“imparzialità dei giudici”. Perché quelli realmente imparziali sono perseguitati dai loro colleghi. Come documenta l’aggressione a SALERNO felicemente guidata dalla stessa presidenza della Repubblica con la radiazione del procuratore LUIGI APICELLA per aveva inquisito CURCIO a CATANZARO. O gli ostacoli opposti al ritorno del Presidente Corrado CARNEVALE alla direzione della corte di cassazione.

Noi ci limitiamo a constatare come non esista giustizia contro le lupare giudiziarie gestite dall’antimafia.

falcoverde
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