La Stampa calabrese, a parte il DIBATTITO-news, e la Stampa
nazionale sono impegnati  al fronte per combattere la corruzione sotto le lenzuala di signorine e signorini. Trans e cocaina. Ignorano  il caso di malagiustizia in corso da anni perpetrato ai danni dell’Avvocato Lupis.
Gli  scriba  scontenterebbero i padroni se ne dovessero parlare.
Sanno ma tacciono

curcio_salvatore_insertsanto-subitoL'articolo che riporto qui di seguito, di Gianni Scali, è stato pubblicato sul mio giornale on line www.radiocivetta.eu l'otto di  maggio 2009. Lo ripropongo  perchè più o meno nulla è cambiato da allora. E' quanto mai ancora attuale.
Anzi la situazione della giustizia si è ancora più aggravata. Se mai fosse possibile. Un malato terminale non può essere "più terminale". E la giustizia italiana è malata terminale da decenni. Moribonda. Cioè  si è toccato il fondo. Non servono proposte di processi brevi. Ma di giusti processi. Perchè quelli brevi possono essere incartati molto più facilmente senza che si possa avere il tempo di potere organizzare una legittima difesa. L'imputato, il Cittadino ha il diritto di difendersi. Lo sanciscono gli articoli della Costituzione Italiana ed Europea. Non si può  costruire un processo ad hoc contro l'Avvocato Giuseppe Lupis. Dove il  presidente Antonio Rizzuti, l'ultimo gladiatore in ordine di staffetta, ha condotto e conduce  a braccetto indagini col suo collega e presumibilmente amico Salvatore Curcio. L'illustrissimo Dr. Curcio, il pm che accusa l'Avvocato Giuseppe Lupis di tentato omicidio. Della sua onorevole persona. Con una pistola che non c'è e "un morto" che non c'è. Secondo la sua rocambolesca tesi l'Avvocato lo avrebbe ucciso mentre egli ( Curcio pm Salvatore) era in contumacia. Cioè non era presente sul luogo del delitto. E si definisce" parte offesa".(?)

Ma alla procura di Catanzaro gli articoli della Costituzione forse sono scritti in aramaico antico. Lingua in disuso.  L'imputato Avvocato Giuseppe Lupis non può difendersi e non può controinterrogare i testimoni che lo accusano con false testimonianze. Non è accettabile un processo così condotto. Senza le pari opportunità.     L'arena è sempre allestita. Accusatori, falsi testimoni che si contraddicono ad ogni udienza, dopo varie consultazioni. L’Avvocato Lupis non può controinterrogare chi lo accusa. I suoi testimoni a favore:annullati. Azzerati. Deve utilizzare un difensore d’Ufficio come scudo per potersi difendere. Non è accettata la sua sola autodifesa. Il delirio. In realtà naturalmente si difende da solo. Ma deve avere l’angelo custode a garanzia di una norma che non c’è.  Una farsa istituzionalizzata. Gli articoli delle Costituzioni, Italiana ed Europea alle ortiche.

Forse che la procura di Catanzaro ricade in  un altro continente? E’ Repubblica del continente africano con colonia in Calabria, vista la contiguità geografica? Potrebbe essere e noi non lo sappiamo, magari. Chiediamo scusa se così fosse.
Oppure la procura di Catanzaro potrebbe essere gemellata con Cuba. Il leader maximo è un caposcuola nell'applicare le regole della democrazia. E i procuratori di Catanzaro si  passano la fiaccola olimpica in una staffetta onorevolissima. Nel processo contro il solitario Avvocato Lupis. 
Non vogliono essere da meno di un cotanto faro di luce e di speranza. Fidel semper docet. Il fratello gli regge il moccolo. E il titolo.
La prossima udienza aggiornata a venerdi prossimo 5 di Marzo. Sempre presso la procura del tribunale Maximo di Catanzaro Capoluogo.

Post scriptum
Chiedo scusa se l’immagine dell’illustrissimo pm Curcio Salvatore, sulla destra in prima pagina, non rende giustizia al procuratore. E’ sfocata. Il procuratore è molto più bello di presenza. La abbiamo  tratta da un quotidiano che raccontava delle sue gesta coraggiose. Purtroppo il pm non è molto fotogenico. Ma lui è un uomo di pensiero e certo non si cura di questi dettagli. Per quanto ultimamente i magistrati stanno dando una grande importanza all’immagine e al sapersi porgere ai mass media con efficacia. Tanto che è  stato selezionato un gruppo di giudici con una spesa pubblica di migliaia di euri  a che partecipino ad un master di come ci si presenta in pubblico. Uno dei docenti, ho letto su un quotidiano nazionale che diffondeva la notizia, è Roberto Saviano di “Gomorra” Se ricordo bene mi  pare che sempre tra i professori ci sia il premio Nobel Dario Fò.
I magistrati a scuola di cinema e teatro. Come si conviene.
Dunque caro  Dr.Curcio pm Salvatore, forse avrebbe ancora un più planetario successo se curasse il suo già impeccabilissimo look.
Roma 03 Marzo 2010.
Ernesta Adele Marando

Ecco l'articolo di Gianni Scali
"Gianni Scali
Locri 08 Maggio 2009
Spreco di giustizia. La procura di Catanzaro . Caso Why Not… Violazione dei diritti alla difesa. Caso Avvocato Lupis: idem

In questi giorni più di una trasmissione televisiva, che spesso coinvolge la Calabria, ci sta erudendo sugli sprechi della sanità. Le telecamere inquadrano cessi sfasciati di ospedali costati miliardi di lire o milioni di euro e mai entrati in funzione, si soffermano su sale operatorie con macchinari incartati e coperti di calcinacci, si bloccano sui visi serafici di personaggi, cui distrattamente o imprudentemente o forse per carenza di democrazia reale abbiano dato poteri e responsabilità e che senza scomporsi ci fanno sapere che la Corte dei Conti non è in grado d’intervenire né prima né dopo.


La magistratura ordinaria ha i suoi tempi biblici e gli organi di controllo amministrativo non funzionano. Forse si potrebbe stabilire con decreto di allungare la vita media di politici e funzionari per riuscire a condannare qualcuno. Insomma “c’est la vie” e non c’è niente da fare.

Ora è facile per tutti rendersi conto dei soldi sperperati, guardando edifici dai muri scrostrati tra l’erba alta, bagni e gabinetti devastati, centraline elettriche bruciate. Ci si rende conto, si fa finta (per l’occhio sociale, come si direbbe in alcune aree meridionali, cioè per non fare brutta figura) di scandalizzarsi, ma in realtà si è in piena e irreversibile assuefazione.

Oggi dai giornali si apprende che, a conclusione della famigerata inchiesta Why Not la Procura generale di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio per 98 soggetti, ma che già due di essi, l’avvocato Giovanni Lacaria e il signor Sabatino Bavaglio, hanno lamentato di non essere mai stati interrogati dal pubblico ministero, nonostante reiterate richieste. Se fosse vero, sostengono i giornali, ciò costituirebbe una grave violazione dei diritti della difesa. Io non so se e vero, ma mi chiedo se, dato che è  impossibile condannare un magistrato per omissione di atti di ufficio, non si può almeno stabilire un’abilitazione dell’inamovibilità a punti, in modo che dopo un certo numero di violazioni dei diritti della difesa, un magistrato disinvolto vada a finire in qualche altra plaga?

Certamente un cesso rotto ha una sua fetida icasticità, difficilmente uguagliabile, ma pensate veramente che centinaia di faldoni polverosi di un’inchiesta, che ha impegnato un numero indeterminato di poliziotti ed anche ben più costosi consulenti,  possa avere  un esito diverso delle macchine per sale operatorie esposte nel programma televisivo Report? 
Oppure pensate che  un giudice possa andare a rileggersi tonnellate di atti ed esprimere una decisione serena iuxta alligata et probata? Quanti anni dovrebbe impiegare? E quanti degli atti delle indagini preliminari dovranno essere dichiarati nulli, perché compiuti ben oltre il termine massimo di due anni espressamente previsto dalla legge? E’ lecito compiere coscientemente atti nulli? Non lo so, lo chiedo al Consiglio Superiore della Magistratura.
Ma le responsabilità vanno a finire molto più in alto. Il complesso dell’uomo di Babele (per intenderci, quello che voleva farsi un nome costruendo una torre che arrivava fino al cielo e provocò la confusione delle lingue) o complesso edificatorio infinito è ormai arciconosciuto. E’ possibile che il legislatore non riesca a trovare un rimedio? E’ possibile che si perpetui il fenomeno delle inchieste spettacolo che non finiscono mai? E’ possibile che si abbia percezione diretta dell’irrazionalità di un comportamento di un magistrato e si permetta che continui all’infinito?

Mentre i giornali si chiedono dopo gli scontri tra procure, scandali e azioni disciplinari in corso o abortite, se la magistratura catanzarese abbia la necessaria serenità per decidere su Why not, io rileggo su Dibattito- News  la vicenda dell’avvocato Giuseppe Lupis, chiamato a rispondere presso un tribunale, in cui operano due magistrati da lui accusati di falso ed altro, per una presunta calunnia nei confronti di un pubblico ministero reggino. Io ancora devo capire di quale delitto specifico l’avvocato sapendolo innocente abbia incolpato il pm ovvero quali prove abbia simulato a carico di lui, mentre si difendeva dall’accusa di porto abusivo d’arma. So soltanto, da quello che apprendo dai giornali, che il giudice ha ammesso due testi, o collaboratori di giustizia che già avevano dichiarato il contrario qualche anno fa, che dovrebbero provare che l’imputato ebbe in mano la stessa arma, circa otto anni   fa. 
E che cosa significa? E quale rilevanza può avere in un processo in cui deve essere provata la prava voluntas di far finire in ceppi l’innocente sostituto procuratore Mollace?  Anche ammettendo che sia provato che l’avvocato tolse dalle mani di una non giovanissima signora disperata una pistola otto anni fa, quali elementi provano che la portò via, trascinandosela dietro in una borsa per farla sequestrare in aeroporto tanti anni dopo, in modo da accusare di non so che cosa il pm competente?

Considerato poi che l’attuale processo è indissolubilmente collegato alla vicenda che portò alla denuncia del noto sostituto procuratore catanzarese e di un giudice,  una sorta di prudenza istituzionale non imporrebbe ai magistrati di quella sede di astenersi, in maniera da evitare che qualche persona fantasiosa consideri la condanna solo una bassa vendetta?
Questa vicenda si trascina da otto anni con qualche mese di detenzione cautelare a spese dell’imputato e di Pantalone. Amen!

Gianni Scali "***************

furto-2Questa la storia infame  che si trascina ormai da oltre dieci anni nelle aule del tribunale di Catanzaro. Iniziata quasi quindici anni fa. Con perizie e controperizie! E aste truccate.  Furti di appartamenti a mano armata. Ma la mano armata non era di chi è stato  privato della   propria casa... 
La prima rappresentazione pubblica, la fiction, è stata messa in onda il 22 Settembre 2000. Ne vogliamo parlare seriamente? Il direttore di J'Accuse... !