Atto d'accusa contro ogni forma di ingiustizia - Giornale periodico on line a carattere politico e culturale
L’Ambasciatore d’Italia a New Delhi Daniele Mancini e i Soldati del SAN MARCO  Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno rischiato la vita per salvare l'ITAGLIA – Se ne terrà conto? Risolvendo tutto entro Ottobre 2013 in INDIA?

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Per secoli  i Paesi e i Popoli asiatici sono stati conosciuti e immaginati dagli europei attraverso occhi e scritti italiani. Per riprendere le iniziative necessarie a far tornare in ITALIA Salvatore GIRONE e Massimiliano LATORRE, si deve  riproporre, senza ulteriori ritardi, l’immagine e il ruolo dell’Italia in Asia, ripresentandoci sulla scena asiatica come forza trainante dell’Europa in Oriente, raccordando la ripresa dell’azione di politica estera in INDIA alla tradizione plurisecolare di contatti e legami con quelle genti e culture e fare dimenticare la pessima figura fatta con un comportamento furbesco e truffaldino e dalla quale siamo stati salvati dagli eroici comportamento dei due Soldati del SAN MARCO e dell'Ambasciatore itagliano in INDIA. Cosa che avrebbe dovuto portare l'inquilino del QUIRINALE a conferire all'Ambasciatore e a quei Soldati la massima onorificenza prevista per chi ha salvato la patria senza esitare di fronte alla prospettiva del possibile sacrificio della vita per la stupidità tecnica dei napoleonitani. 
 

Possiamo ricordare come in un’epoca in cui il continente asiatico, culla di civiltà millenaria, era al centro della ricchezza mondiale, la strada verso Oriente fu aperta da uomini di fede come i Padri Gesuiti Alessandro Valignano e Matteo Ricci, fondatori, rispettivamente, della yamatologia e della sinologia moderne. Fra i commercianti ed esploratori, il riferimento a Giovanni di Pian del Carpine e Marco Polo è tanto immediato quanto doveroso. Forse meno conosciute, ma egualmente importanti sono state inoltre le imprese e i viaggi di Nicolò dei Conti – che giunse a Sumatra e nella penisola indocinese – e di Ludovico da Varthema il quale per primo riportò in Occidente la notizia dell’esistenza dell’Australia.

Tenendo conto di come le regioni dell’Asia-Pacifico sono, per un'Italia che voglia riscattarsi dalla cattiva figura maturata con l'INDIA - per la stupidità di tecnici allo sbaraglio posti alla guida del governo come improbabili salvatori di un paese che hanno contribuito ad affossare - un banco di prova e la base di partenza per riacquistare la fiducia perduta. Con sfide e opportunità che non  riguardino il solo profilo economico-commerciale e finanziario ma si estendano alle relazioni culturali, umanistiche e tra popoli, nonché al dialogo giuridico e sui valori come base per risolvere il problema dei Soldati del SAN MARCO in missione antipirateria, riconosciuta dalle NAZIONI UNITE in relazione a una guerra che tocca anche gli interessi dell'INDIA. Alla grande cultura umana e giuridica indiana non sfugge come possa avvenire che in missioni di guerra in difesa di valori quali la libertà delle rotte commerciali internazionali e della navigazione può succedere qualcosa di non voluto, non prevedibile e quindi non attribuibile ad alcuna responsabilità. Da qui bisogna partire. Profittando di due scadenze che porteranno, in un contesto internazionale più ampio, ITALIA e INDIA a confrontarsi anche sul problema della liberazione dei nostri Soldati. La prima vedrà il nostro paese ospite dell'INDIA nel quadro dell'incontro dei Ministri degli Esteri dell'ASEM che  si svolgerà in India nell’ottobre 2013. C'è il tempo, con una adeguata preparazione, per quella data, di trovare una soluzione che riporti in ITALIA GIRONE e LATORRE. Anche perché, nel quadro del  dialogo complessivo fra l’Europa e l’Asia, l’ASEM  rappresenta il quadro di riferimento più importante nonché il principale foro multilaterale delle relazioni euro-asiatiche. Fondato nel 1996, l’ASEM è contraddistinto dalla multidimensionalità (viene ricercato un sostanziale equilibrio fra le dimensioni politica, economica e culturale) e per il richiamo all' eguaglianza e parità tra i Paesi membri. Ne fanno parte, per l’Europa, i ventisette Paesi UE più la Commissione, la Svizzera e la Norvegia (per consentirne l’adesione è stato costituito un “sottogruppo non-UE” all’interno del gruppo europeo);  per l’Asia, Cina, Corea del Sud, Giappone, India, Pakistan, Mongolia, il Segretariato ASEAN e i dieci membri dell’ ASEAN (Brunei, Filippine, Indonesia, Malesia, Singapore, Thailandia, Vietnam, Laos, Cambogia e Myanmar), Russia, Australia, Nuova Zelanda e Bangladesh.  

Il Vertice ASEM 2014 si svolgerà a Bruxelles, nel corso della Presidenza italiana di turno dell’UE. Sempre nel 2014, l’Italia ospiterà la prossima riunione dei Ministri delle Finanze dei Paesi ASEM. La preparazione di quegli incontri potrà portare alla soluzione dei problemi e alla fine dei contenziosi sul caso dei due Soldati del SAN MARCO dopo il riconoscimento, da parte della Corte Suprema dell'INDIA di come  illegalmente furono sottoposti a detenzione nello stato indiano del Kerala, assolutamente incompetente a esaminare l’accusa relativa all'uccisione di due pescatori indiani mentre mettevano in atto azioni antipirateria a bordo della petroliera Enrica Lexie, in acque internazionali. Tanto più che la stessa Corte Suprema dell'INDIA nel dichiarare l'incompetenza del KERALA e quindi l'illegalità dei comportamenti tenuti trattenendo GIRONE e LATORRE, con la sentenza del 18 gennaio 2013, ha auspicato l'avvio  l’avvio di un dialogo bilaterale tra l’Italia e il  Governo di New Delhi per la ricerca di una soluzione diplomatica del caso,  richiamando l’ipotesi di una cooperazione tra Stati nella lotta alla pirateria, secondo quanto prevede la  Convenzione UNCLOS, sottoscritta sia dall'ITALIA che dall'INDIA. E'  possibile trovare la soluzione suggerita quando si consideri ancora come, sul piano tecnico, è stato accertato che  i due fori dei proiettili mostrati dai fotogrammi della Bbc e di Bloomberg sullo scafo del peschereccio indiano possono essere stati provocati solo da un'arma che tirava in orizzontale e non da 23 metri e 20 centimetri sul mare, l'altezza dell'aletta dritta di ponte dell'Enrica Lexie, il luogo nel quale si trovavano Massimiliano Latorre, Salvatore Girone e gli altri quattro marò che proteggevano la petroliera. Il calcolo e le proiezioni tridimensionali sono stati fatti dall'ingegnere Luigi Di Stefano. La sua ricostruzione conferma quello che i due Soldati del SAN MARCO hanno dichiarato fin dall'inizio: Che furono costretti a  sparare in acqua quando uno  scafo si era avvicinato pericolosamente alla nave sulla quale erano imbarcati e che quindi i due pescatori trovati morti sul Saint Antony, il peschereccio del KERALA, non erano stati uccisi da loro.

Il comandante della petroliera Umberto Vitelli e il suo vice Carlo Noviello hanno confermato. L'Ing. Di Stefano ha calcolato la posizione dei due buchi attraverso il quale è passato un proiettile. Quello indicato dal proprietario del natante Freddy Bosco in un filmato della Bbc girato il 28 febbraio 2012 e un secondo foro di uscita, ripreso da Bloomberg dopo il mancato affondamento del Saint Antony, sono praticamente alla stessa altezza, rispettivamente al 42 e al 42,59 per cento della distanza fra la base e il culmine del vetro più vicino.

In pratica ciò fa individuare un angolo di tiro di 0,76 gradi dall'alto, mentre dal ponte della petroliera gli angoli erano di 4,76 gradi a 500 metri e di 24,91 gradi a 100 metri. Le due distanze corrispondono a quelle indicate da Massimiliano Latorre nel suo primo telex sull'accaduto. A circa 500 metri furono sparate le prime due raffiche di avvertimento in acqua e a «meno di 100» l'ultima. I numeri calcolati sono in contrasto insanabile con le immagini. Esattamente come è impossibile che un proiettile 5,56 Nato, quello dei marò, entri intatto nel corpo di una vittima. Quelle pallottole sono costruite apposta per frantumarsi anche a contatto con tessuti molli. Nella testa del timoniere Valentine Jalastine è stata trovata invece una pallottola calibro 7 e 62 leggermente deformata. E il foro d'uscita del colpo che ha attraversato la cabina del Saint Antony (nel fotogramma di Bloomberg quello contraddistinto dal cartellino giallo numero 13) se fosse stato aperto da un proiettile Nato, avrebbe dovuto essere uno squarcio non un buco circolare. Il tutto fa  emergere gravi  sospetti sulla manipolazione delle prove prima che la Corte Suprema dichiarasse che il KERALA ha illegalmente gestito il procedimento.

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