Atto d'accusa contro ogni forma di ingiustizia - Giornale periodico on line a carattere politico e culturale

Sotto la pioggia incessante delle misure "salva-Italia" di questo governo, il cui unico obiettivo è la raccolta di danaro da conferire all'Europa fallita nell'economia e nell'organizzazione, si allarga la protesta popolare partita dalla Sicilia.

rivolta-forconisicilia-rivoltaE' ormai sotto gli occhi il gioco di provvedimenti governativi incapaci di attivare quei meccanismi di rilancio e di sviluppo dell'economia che dovrebbero costituire l'unico e prioritario obiettivo. Ci siamo ridotti alla stregua di un cliente bancario indotto al fallimento per volontà altrui. Silvio Berlusconi ha detto appena ieri alcune verità sullo scenario mondiale che ci sovrasta: «Non è in Italia che si può risolvere la situazione, è l’Europa che è in crisi e non se ne esce fin quando non ci sarà una vera Banca centrale europea in grado di sostenere la moneta come avviene in America e in Giappone. Ci sono i cinesi, che ogni anno fanno entrare sul mercato del lavoro ventitré milioni di persone, cioè l’intera forza lavoro di Paesi come Italia e Francia, pagati un dollaro l’ora, non sindacalizzati e che lavorano dodici ore al giorno!".

Lottare contro situazioni di questa portata con le vecchie regole dell'economia e con la logica bancaria speculativa, è la cosa più sbagliata a cui si possa pensare. Gli stessi economisti sono divisi sul mantenimento dell'euro, mentre Germania e Francia si trovano ormai i ai bordi dello stesso gorgo. Non è più credibile la competizione di tecnici affannati al capezzale del malato cronico, perché la sensazione è quella di un viatico alla morte.

 

Il cosiddetto governo dei tecnici è in realtà un odioso espediente politico per spazzare via dall'Italia il ceto medio, la stessa cultura d'impresa (pur afflitta da tanti mali) che dovrebbe essere l'unico argine alla recessione in atto. Monti afferma di voler liberare gli Italiani da "tasse occulte" e si crogiola nell'appoggio di un Presidente della Repubblica che per Costituzione dovrebbe tenersi fuori dall'area politica e di governo.

Espedienti sotto forma di liberalizzazioni e di presunti benefici ai giovani, di tribunali delle imprese, di risparmio sul carburante e di scatole nere sugli autoveicoli, sono in realtà il paravento di un'azione di regime che intende mettere sotto controllo la vita dei cittadini, annullandone ogni diritto alla privacy.

Paradossalmente, il disastro della Concordia è stato il "provvidenziale" evento per distrarre gli Italiani dalla seconda fase del golpe, imbavagliando gli organi d'informazione sull'ondata di reazione partita dalla Sicilia, vero incubo per i golpisti che temono l'allargamento a macchia d'olio della protesta popolare. Il vero intento politico è quello di spazzare via il centrodestra, puntando proprio sul malcontento interno del PDL, come si fa con il colpo di grazia ad un nemico ferito sul campo. "Colleghi, una volta che ci saremo liberati di Berlusconi dovremo pensare come fare a liberarci dei berlusconiani.." avrebbe scritto su un blog un magistrato, il che la dice lunga su un sistema che la giustizia la intende quale strumento regolatore ideologico-politico, altro che garanzia del Diritto.

Dinanzi a un quadro di tale squallore, non vi è dubbio che solo un governo eletto dal popolo è legittimato a intraprendere decisioni di grande portata, soprattutto sganciandosi da questa Europa che è contro i popoli e funzionale ai banchieri. Ma è qui il problema, perché un paese spaccato in due non è in grado di ottenere un governo stabile con una netta maggioranza in Parlamento. Non è dato vedere all'orizzonte il superamento delle acque stagnanti in cui l'Italia è stata costretta da decenni di demagogia del quadro dirigente della sinistra, colluso con le caste e dispensatore di fasulle verità alla sua base elettorale, cioè la metà del popolo Italiano. Quella stessa sinistra che ha organizzato e gestito il golpe, camuffandolo sotto le palate di fango addosso a Berlusconi. Oggi quella stessa demagogia sta puntando ad instaurare in Italia un nuovo regime comunista.

Anziché unirsi e consolidarsi, il PDL vede oggi la sua base frastornata, tra non pochi saggi e chiacchieroni dell'ultima ora, molti dei quali puntano a ritagliarsi una fetta di potere. La Lega, da parte sua, non poteva scegliere altro che compattare la sua dimensione regionalista, consapevole che non potrà mai essere un partito radicato in tutto il territorio nazionale. Non ci sono alternative, o il centrodestra sarà in grado di ricompattarsi e conquistare una forte maggioranza alle prossime elezioni, o l'Italia soccomberà e non sarà più una nazione, preda di quel disordine che è ingrediente essenziale di un vero regime.

Ci riflettano bene tutti coloro che tirano la giacca a Berlusconi e ad Alfano, come se fossero loro gli artefici della deriva politica e non quelli che hanno tradito l'Italia.

Francesco Mantegna Venerando

Le Vigne della Libertà

21/1/2012


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