Atto d'accusa contro ogni forma di ingiustizia - Giornale periodico on line a carattere politico e culturale

luciano-violante-editcorrado-carnevale-insertIl Presidente Corrado Carnevale, per quanto risulta oggettivamente provato dallo studio più severo ma sereno e obiettivo della Sua vicenda umana e professionale per un decennio e da solo ha difeso la Libertà degli italiani intesa come Diritto di ogni Cittadino a un giudizio "imparziale e da parte di giudici indipendenti e imparziali" come prescritto dall'art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Indipendentemente dalla provenienza dalla Valle d'Aosta o dalla Sicilia. In questa Sua battaglia si scontrò con il programma portato avanti dalla prima metà degli anni settanta del secolo scorso per la neocolonizzazione del Mezzogiorno.

In particolare il potere mafiopiemontese aveva visto con preoccupazione negli anni precedenti, sulla scia della ricostruzione postbellica, il formarsi di una borghesia industriale meridionale anche con lo sviluppo turistico e culturale che - dopo cento anni dalla deindustrializzazione delle regioni del Regno delle Due Sicilie mirabilmente documentata dalle opere di Nicola ZITARA - aveva avviato un processo di sviluppo non più condizionato dalle stragi e dall’emigrazione della fase postunitaria. Ovviamente quella mafia non poteva accettare che gli sfuggisse la gestione coloniale del SUD su cui ha fondato il proprio sviluppo deprimendo totalmente il Mezzogiorno. E dato che non era più possibile mantenere quel dominio coloniale sulle baionette dei bersaglieri e gli arresti indiscriminati ( si sarà sentito parlare delle operazioni di polizia nel SUD dei primi anni cinquanta del secolo scorso con l’invio in carcere o al soggiorno obbligato di decine di migliaia di Cittadini meridionali e la ripresa della grande migrazione per sfuggire alla tenaglia di “emigrati o arrestati” - in Calabria è ancora oggi, oltre sessant’anni dopo, vivo il ricordo dell’”Operazione Marzano”) la mafia piemontese con la complicità dei politici meridionali decise di puntare sull’opera di una magistratura specie inquisitoria che sostituisse in maniera apparentemente meno cruenta l’azione delle baionette.

In questo contesto i vecchi magistrati con coraggio e dignità rifiutarono di applicare normative liberticide violando la Legge. Costrinsero quindi a predisporre degli apparati legislativi e repressivi più raffinati. In questo filone si colloca la creazione degli apparati “ antimafia” fino alla realizzazione, attribuita all’inventiva di Falcone, delle due direzioni: nazionale antimafia e investigativa antimafia.

Gli scempi realizzati se ci si sofferma su quanto si è verificato negli ultimi trent’anni confermano quanto scritto. Un solo esempio: in Sicilia furono distrutti oltre trentamila posti di lavoro assicurati dal consorzio di imprese Costanzo-Graci-Rendo che anche con appalti internazionali, aveva fatto lavorare tecnici, professionisti e lavoratori del SUD conquistando la maggior parte degli appalti per la creazione del tunnel sotto la Manica in competizione con Impregilo, Fiat Impresit e altre grandi imprese di appalto settentrionali. Quando la sola impresa Costanzo vinse l’appalto per l’ampliamento dell’aeroporto di Bologna per ventisette miliardi di lire di allora immediatamente scesero in sciopero i sindacati come la CGIL. In complicità con le imprese del Nord e la cooperativa cementieri e costruttori di Ravenna, i sindacati imposero la revoca dell’appalto all’impresa siciliana perché sospettata di “mafia”. Si Immagini che cosa sarebbe successo se fosse avvenuto il contrario per un appalto di ampliamento dell’aeroporto di Catania: si sarebbe mandato l’esercito e si sarebbe proclamato lo stato di assedio – di fatto esistente nel Sud dell’antimafia – per mantenere l’appalto alla cooperativa cementieri.

In quella realtà il Presidente Carnevale e la prima sezione penale della Corte di Cassazione nello svolgimento delle funzioni di Giudice di legittimità verificarono come i provvedimenti di sequestro delle aziende, di arresti indiscriminati di persone, di prolungate detenzioni in carcere venivano emessi senza alcun rispetto per la Legge e per la Logica. Ne disposero, nel rispetto del ruolo istituzionale, l’annullamento. Con ciò si crearono le condizioni per un riesame della realtà giudiziaria che doveva supportare la neocolonizzazione del Sud e naturalmente il potere mafiopiemontese corse ai ripari. Sulla stampa e sui media si cominciò ad insinuare che il Presidente Corrado Carnevale non fosse imparziale e si puntò a ridicolizzarlo facendo girare l’appellativo “ammazzasentenze”.

La gestione di questa operazione, con riferimento a tale appellativo, passò attraverso l’annullamento di una sentenza di oltre mille pagine della Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria che aveva confermato altra voluminosa sentenza della Corte di Assise di Palmi con la quale erano stati condannati all’ergastolo e a condanne variabili tra i dieci e i trentanni centinaia di Cittadini. La realtà aveva visto che il Presidente della Corte di Assise di Palmi aveva trattato il processo senza averne titolo in quanto non nominato come prescriveva la Legge con decreto del capo dello Stato o del Presidente della Corte d’Appello. La Corte d’Assise d’Appello invece di annullare la sentenza decise che al decreto del Capo dello Stato o del Presidente della Corte d’Appello poteva supplire l’attività dell’autista della autovettura blindata il quale all’inizio della sessione della Corte d’Assise di Palmi aveva preso a bordo il magistrato che secondo lui doveva presiedere la Corte e con questo lo aveva investito della funzione. La Corte di Cassazione presieduta dal Presidente Carnevale a fronte di un simile scempio constatato come “… i decreti del Presidente della Repubblica e del Presidente della Corte d’Appello non sono surrogabili, nel rispetto della Legge, dall’attività materiale estemporanea di un autista di una autovettura sia pure blindata… “annullò la sentenza. E questo scatenò ancora di più la grande stampa contro il Presidente Carnevale – dopo quella decisione definito “ammazzasentenze” - e la prima sezione penale della Corte di Cassazione.

claudiomartelligc-caselli-editLa questione vide anche l’intervento di Luciano Violante sull’allora ministro della Giustizia Claudio Martelli il quale dispose una ispezione ministeriale cui seguì l’azzeramento della prima sezione penale della Corte di Cassazione e l’incriminazione successiva del presidente Carnevale da parte della Procura della Repubblica di Palermo magistralmente diretta per la bisogna dal piemontese Giancarlo Caselli grande amico di Violante. Il presidente Carnevale subì la sospensione dello stipendio e delle funzioni ed è potuto rientrare in servizio dopo un decennio di mortificazioni e sofferenze. Ostacolato in questo dal Consiglio Superiore della Magistratura – CSM – con azioni costantemente annullate dai tribunali amministrativi e dal Consiglio di Stato e che se compiute da altri avrebbero portato a incriminazioni anche per reati associativi.

g-falcone-p-borsellino copiaPer quanto attiene la vicenda Falcone e Borsellino, umanamente nobilitati dalla fine tragica di entrambi, il Presidente Carnevale si limitò a definire assurda la affermazione del povero Falcone – in ciò seguito dal povero Borsellino – secondo la quale si doveva credere senz’altro a Buscetta senza bisogno di verificare il contenuto di quanto riferiva perché gli “uomini d’onore dicono sempre la verità”e quindi essendo Buscetta Buscetta “uomo d’onore” certamente aveva detto la verità edera da credere. In questi giorni la verità di alcuni “uomini d’onore”sulla quale sono stati condannati all’ergastolo per l’attentato al povero Borsellino e alla Sua scorta è stata messa in discussione dalla “verità di altri uomini d’onore". Per questo la Corte d’Appello di Catania su richiesta della procura generale di Caltanissetta, ha fatto scarcerare quelli che erano stati condannati all’ergastolo ponendo le basi per la revisione del processo. Come si vede siamo dinanzi allo scempio della Giustizia attuato con l’uso dei pentiti come lupare giudiziarie caricate a calunnie invece che a pallettoni. Scempio che si sarebbe evitato se invece di credere acriticamente alle calunnie degli “uomini d’onore” si fosse applicato l’insegnamento della prima sezione penale della Corte di Cassazione.

don-stiloPresieduta da Corrado Carnevale a luglio del 1985 la Corte, accogliendo il ricorso proposto dal difensore del sacerdote Giovanni Stilo imputato di associazione a delinquere di stampo mafioso sulla base delle calunnie del “pentito” Franco Brunero, stabili che le dichiarazioni dei cosiddetti pentiti debbono essere valutate sulla base dell’esame degli elementi intrinseci ed estrinseci. Intendendosi per elementi intrinseci la logicità la coerenza nel tempo, l’assenza di motivi di interesse; e per elementi estrinseci l’esistenza o meno di elementi oggettivi di riscontro. Su tale base il sacerdote fu assolto dalla Corte d’Appello di Catanzaro il 29 maggio 1989. Era troppo. L’”ammazzasentenze” andava eliminato e a ciò si provvide con la sua incriminazione a Palermo da parte di Caselli. Naturalmente erano stati eliminati, anche fisicamente, i poveri Falcone e Borsellino. Non più utili dopo la creazione delle strutture che hanno consentito la nuova colonizzazione del Mezzogiorno. Con l’inquisizione antimafia che ha sostituito le baionette dei piemontesi.

nicola-zitara-giornalista-giornalista-insertQuanto all’età la brillante capacità culturale e intellettiva del presidente Carnevale non è mai stata messa in dubbio. Quotidianamente dobbiamo verificare invece quanto soggetti istituzionali non altrettanto capaci svolgono funzioni di estrema delicatezza anche contro gli interessi nazionali. Forse in buona fede ma certo con gravissimi danni. Tutto ciò è squisitamente piemontese. E in tema con i fasti dell’ “unità d’Italia” oggi festeggiata falsificando la realtà che vide la “Nascita di una colonia” (Nicola ZITARA: Il SUD e l’unità d’Italia – Nascita di una colonia”) con la complicità dei politici meridionali. Non lo si spacci per “borbonico”. Nascondendo la Civiltà altissima del REGNO delle DUE SICILIE raggiunta sotto la Dinastia dei BORBONE e distrutta da francesi bastardi.

Giornale online iscritto il 2/05/2008 al n. 184/2008 del Registro di Stampa del Tribunale Civile di Roma.
Direttore Ernesta Adele Marando. Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.