Ci siamo chiesti perché
Da sempre si sa che le vie dell’emancipazione passano per le vie della comunicazione. Stradale, ferroviaria, aeroportuale. Per la via telematica. E per le vie del lavoro. Ebbene,
Niente posto di lavoro. Niente strade. La costa ionica, la più malfamata, è attraversata da una carrettera,
Via telematica. La linea veloce Internet non arriva ovunque. Se vuoi collegarti, in molte località devi comprare e usare la pendrive se non vuoi dissanguarti con le bollette telefoniche. Pendrive che va a tariffa oraria ed è costosissima rispetto alla linea ADSL. La linea che c’è ancora in molti posti in Calabria è
Le Istituzioni sono latitanti. I posti di lavoro spessissimo riservati solo ai clientes dei politici. Parenti, compari e conoscenti. I poveri mortali o vivono di contributi o si devono inventare la vita ogni giorno. E tutto questo sotto gli occhi inorriditi e “legalitari” di molti. Che ad ogni passo sventolano la legalità che in realtà sembra non conoscano cosa sia. Che mangiano e bevono con i soldi dello Stato, cioè di noi altri contribuenti. E di chi sono questi “ occhi legalitari”? Più o meno di tutti quelli che gridano allo scandalo e che strillano “bisogna dare una lezione ai ribelli”Perché alla fine i ribelli sono su per giù tutti i calabresi anonimi. Senza volto né voce. Che da decenni abbassano la testa per quieto vivere. Ma se fanno uscire la testa ormai sott’acqua solo per respirare vengono manganellati. Tutti mafiosi questi calabresi. Questo il messaggio a livello planetario. Indagini preliminari: leit motiv: la 'ndrangheta. Ma chi sono questi "'ndraghetisti? Non potrebbero essere spesso collusi con i poteri forti se sono così potenti? Chi li copre? Ad ogni modo e ad occhi chiusi e subito detto "è sempre la "ndrangheta". Esseri alieni di un altro pianeta. Che nessun potente istituzionale conosce! Sono loro i malfattori colpevoli dell’attentato. Solo questi alieni mafiosi. E chi altro se no? Già a poche ore dal fatto, anzi subito, a poche ore dall’’esplosione della bombetta in procura, si erano avviate e concluse indagini serie. E si sono trovati all'istante i colpevoli. Indagini eccellenti! In altri paesi non ci sarebbe stato nemmeno il tempo per inviare un fax. A Reggio Calabria è tutto chiaro!
E giù presidenti dello stato, ministri degli interni, della giustizia e altri “illuminati” santificano già i martirizzati giudici calabresi. Santi subito. Anche se taluni tra questi sono fortemente indagati, civilmente e penalmente. Ma non conta. Sono eroi. E se per caso si stava per fare luce su alcune cosucce non proprio limpide perpetrate da questi giudici, oggi eroi e martiri potenziali, tutto si ferma. Non si può. Perché? Perché allora forse si vedrebbe che magari non è oro tutto quel che riluce. Non tutti i magistrati sono eroi alla guerra sul fronte calabrese. Forse si vedrebbe, a dire la verità si vede da un pezzo, che molti magistrati che si sentono obiettivi sensibili di attacchi mafioso-‘ndranghetisti in realtà sarebbero più ‘nranghetisti dei loro presunti attentatori muniti con bombe e petardi. E sentenze…
E’ bastata una bombetta per sguinzagliare poliziotti, carabinieri, giudici e politici. Associazioni di aspiranti eroi-suicidi "ammazzateci tutti" et similia. Tutti in massa a difendersi dai delinquenti di mafia. Sembrava non aspettassero altro.
Ma questi solerti servitori dello stato, presidenti e ministri, consiglieri regionali, dov’erano e che cosa hanno fatto quando
Perché e come mai a poche ore dalla bomba alla Procura di Reggio Calabria, qualche giorno fa, si è stabilito e diffuso in note d’agenzia stampa che i colpevoli sono senz’altro appartenenti alla “'ndrangheta”? E con mazze, randelli e mitraglie in massa sono scesi, dalle Alpi alle Piramidi per fare un repulisti in Calabria. Tutti i calabresi vivono in un clima di rastrellamento e oscuramento. Terra martoriata, offesa e vilipesa dalle stesse Istituzioni. Una Terra che se si ama e se si rispetta la si cura. La si abbellisce. La si arricchisce. La si onora con strutture e infrastrutture funzionanti e adeguate al resto d’Italia. Ma
Una domanda provocatoria: Cui prodest? A chi è giovata la “bombetta” alla Procura? Le associazioni mafiose “’ndrangheta, la mafia, la camorra eccetera” si sa per antichi retaggi, odiano il clamore. Non vogliono sguardi su di loro. Non desiderano un rinforzo delle forze dell’ordine. Non amano tanti giudici tra i piedi. La bombetta che non ha fatto né morti né feriti, ha solo portato un poco di lavoro a carpentieri, muratori e vetrai, ha però innescato il meccanismo:Più giudici. Più forze dell’ordine. Giudici con macchina di servizio e scorta a chi non ce l’aveva ancora. Magari per scortare anche la moglie o la madre dal parrucchiere. O i figli al maneggio.
Giudici blindati ed eroi “per caso”. In un momento storico in cui i giudici stanno perdendo prestigio e credibilità. Gli eroi servono. Sono funzionali al Sistema. Bisogna riportare tutto nei ranghi.
Sarà che sono appassionata di romanzi del genere legal thriller di John Grisham, tipo Innocente. Una storia vera ( fatto narrato realmente accaduto), Avvocato di strada, Il ricatto e altri che magari mi faccio dei films mentali. Sarà così… Perché questa è una breve analisi selvaggia di una casalinga. Cioè me. Se ho sbagliato e sono fuori strada mi perdonerete. Non sono una politologa. Non gradisco i vari Annozero. Sono una che cerca di usare la propria testa in questo mondo di ipnosi dilagante. Che vive in questa realtà calabrese della locride. Non sono una simpatizzante né una postulante dell’antimafia. Se lo fossi ragionerei in maniera diversa. Sarei più politicamente corretta.
08 gennaio 2010 Anastasia