Atto d'accusa contro ogni forma di ingiustizia - Giornale periodico on line a carattere politico e culturale
L’Onore alla Costituzione Italiana è solo a senso unico. E vediamo qualche esempio…
corte-costituzionalealfanoLa Corte Costituzionale Italiana ha reso illegittima la Legge c.d. Lodo-Alfano. In particolare  in riferimento all’articolo 3 primo comma:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. …  ”.

Magari così fosse perché non lo è nei fatti. Spesso! Nella legge Lodo-Alfano non * è scritto che le quattro più alte cariche dello Stato, e quindi a cominciare dal Presidente della Repubblica,  a seguire il e i Presidenti del Senato e della Camera e presidente del Consiglio, non debbano rispondere di reati. Il Presidente Napolitano non ha detto. No. Io No. Voglio essere eventualmente processato se sarò indagato durante il mio mandato. E nemmeno i due Presidenti Camera e Senato. Tutti consenzienti. La Legge Lodo-Alfano non ha recitato che debbano non debbano  essere sottoposti a procedimenti penali. No. Non vi è scritto questo. Vi è scritto che per tutto il tempo del loro mandato politico i processi, se ci sono,  devono essere sospesi per riprendere a fine  mandato. Questo per consentire, alle quattro alte cariche dello Stato, di poter governare  il Paese senza essere distratti da “beghe” che siano fonte di distrazione. A fine mandato l’immunità decade e i procedimenti, se ci sono, riprendono. E’ chiaro il concetto? Il concetto era stato già sancito dai legislatori del 1948 della Carta Costituzionale con l’articolo 68 di seguito riportato:

“Art. 68
I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.
Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza.
Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazione, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.”


L’Articolo 68 non è il Lodo-Alfano. Ma un articolo della Costituzione.

di-pietro-toninoArticolo n. 68 poi riformato. Il 29 ottobre 1993. In pieno delirio “mani Pulite – Tangentopoli”. Quando Tonino Di Pietro, l’eroe dell’Italia Dei Valori di oggi, furoreggiava con piazze e ghigliottine alias galere aperte no stop a gente che poi risultò innocente. “Gente” che rappresentava il Governo. La cosiddetta prima Repubblica colpita, decapitata e affondata. 

Torniamo ai nostri giorni. Dopo la decisione della Consulta dell’8 Ottobre 2009  che stabilisce l’illegittimità del Lodo-Alfano, perché appunto non rispetterebbe l’assunto, essenzialmente in riferimento all’articolo 3: “La Legge è uguale per tutti… ” i “sinistri” sono al tripudio. Bravi. Io sono dell’idea che bisognerebbe tornare alle urne. Perché sono certa che il Presidente Berlusconi rivincerebbe alla grande. E anche il popolo che lo ha votato in maggioranza. Perché l’assemblea lo vuole. Il popolo lo vuole. Anche se è stanco di essere trascinato ogni due anni a votare.

dalema-massimodalema-lista-mitrokin-150-pxTutti i maggiorenti della politica sinistra si lamentano. Non vogliono Berlusconi. Emblema di perdizione. Loro puri e duri. Si lamenta Dario Franceschini. Si lamenta Bersani. Si lamenta Marini. Si lamenta anche il Massimo Massimo D’Alema, quello “dell’affare Unipol”. Lui, che si è protetto mettendosi dietro lo scudo dell’immunità europarlamentare. L’Assemblea della Comunità Europea, cui faceva parte, lo salvò dalla Procura di Milano che indagava, nel 2005, su di “esso”. Voleva sapere qualcosa di più sulla scalata alla BNL e le sue scorribande telefoniche con Consorti. Ma l’inchiesta su di lui fu bloccata per immunità europarlamentare. Mettetela come vi pare. Ma il nostro Max, “re del bianchetto” come un giornalista lo ha definito in riferimento allo sbianchettamento della lista Mitrokhin, non è stato indagato.  Ricucci, uno dei “furbetti del quartierino” come fu definito dai giornalisti all’epoca dei fatti, la galera l’ha fatta. E perse la bella moglie. Anna Falchi, chiamata dalla stampa “lady finanza”. Sposata poco tempo prima con una cerimonia principesca nella sua mega villa all’Argentario. Meta dei vip di sinistra. Capalbio è il loro quartier generale d’estate.  Max D’Alema continua a navigare sull’Icarus.

Oggi si scandalizza per il Lodo-Alfano e strilla. Ci vuole veramente una grande dose di humor e Max la tiene. Da “il Giornale” di sabato 10 ottobre 2009 a pag. 9 leggiamo che “Gli eletti del PCI furono salvati 432 volte in 11 legislature, contro le 174 dei democristiani”.  Non c’è bisogno di commenti. Il dato si commenta da solo!
Torniamo alla lettura di qualche articolo della Costituzione Italiana e commentiamolo insieme.  Prendiamo, ad esempio, l’articolo  111. Eccolo:

““Sezione II: Norme Sulla Giurisdizione
Art. 111
La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge.
Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata.
Nel processo penale, la legge assicura che la persona accusata di un reato sia, nel più breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi dell’accusa elevata a suo carico; disponga del tempo e delle condizioni necessari per preparare la sua difesa; abbia la facoltà, davanti al giudice, di interrogare o di far interrogare le persone che rendono dichiarazioni a suo carico, di ottenere la convocazione e l’interrogatorio di persone a sua difesa nelle stesse condizioni dell’accusa e l’acquisizione di ogni altro mezzo di prova a suo favore; sia assistita da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nel processo.
Il processo penale è regolato dal principio del contraddittorio nella formazione della prova. La colpevolezza dell’imputato non può essere provata sulla base di dichiarazioni rese da chi, per libera scelta, si è sempre volontariamente sottratto all’interrogatorio da parte dell’imputato o del suo difensore.
La legge regola i casi in cui la formazione della prova non ha luogo in contraddittorio per consenso dell’imputato o per accertata impossibilità di natura oggettiva o per effetto di provata condotta illecita.
Tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati.
Contro le sentenze e contro i provvedimenti sulla libertà personale, pronunciati dagli organi giurisdizionali ordinari o speciali, è sempre ammesso ricorso in Cassazione per violazione di legge. Si può derogare a tale norma soltanto per le sentenze dei tribunali militari in tempo di guerra.
Contro le decisioni del Consiglio di Stato e della Corte dei conti il ricorso in Cassazione è ammesso per i soli motivi inerenti alla giurisdizione.”


Rileggiamo la parte centrale dell’articolo di cui sopra per rifletterci meglio:
Nel processo penale, la legge assicura che la persona accusata di un reato sia, nel più breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi dell’accusa elevata a suo carico; disponga del tempo e delle condizioni necessari per preparare la sua difesa; abbia la facoltà, davanti al giudice, di interrogare o di far interrogare le persone che rendono dichiarazioni a suo carico, di ottenere la convocazione e l’interrogatorio di persone a sua difesa nelle stesse condizioni dell’accusa e l’acquisizione di ogni altro mezzo di prova a suo favore;

Che vuole dire? E’ evidente come l’articolo 111 stabilisca che  “Nel processo penale, la legge assicura che la persona accusata sia messa nelle condizioni necessarie per potersi difendere”. E “… disponga del tempo e delle condizioni necessarie per preparare la sua difesa… “. Che significa ancora nel dettaglio? Significa che ogni Persona, ogni Cittadino, ha il diritto per legge di difendersi. Qui non si parla di avvocati chiamati a difesa della Persona indagata che si deve difendere. Qui è chiaramente espresso il concetto che ognuno può difendersi. Invece no!  Per la superprocura di  Catanzaro l’articolo 111 della nostra Costituzione è acqua fresca. Trasparente. Quest’articolo è stato scritto con  l’inchiostro simpatico.

Tanto per intenderci parlo della superprocura di Catanzaro di Salvatore Curcio e *  Luigi De Magistris, ora eurodeputato al Parlamento europeo, famosa in tutto il mondo per la faida con la procura di Salerno in cui comunque il povero, ormai, ex-procuratore Luigi Apicella ci ha rimesso le penne, nonostante da poco è risultato essere innocente. E perché scrivo che per i procuratori di Catanzaro l’articolo 111 è “invisibile”? Non preso quindi in considerazione? 


Perché nel procedimento penale contro la Persona Giuseppe Lupis per presunta calunnia al magistrato Francesco Mollace, alla Persona indagata e sotto processo a Catanzaro, Giuseppe Lupis, viene impedito di difendersi. Quindi gli articoli della Costituzione Italiana sono come le copertine che si tirano per dove vi è maggiore utilità. Si tratta di due pesi e due misure. Per affossare il Cavaliere si strilla che la Costituzione è la Bibbia, anche se male interpretata. Per affossare l’Avvocato Lupis gli articoli della Costituzione si saltano… Vi spiego nel  particolare la questione. La Persona Giuseppe Lupis è difesa, peraltro, da un Avvocato di Sua fiducia. Che è l’Avvocato Giuseppe Lupis. Che poi l’avvocato penalista Giuseppe Lupis sia la persona indagata e sotto processo non è influente stando all’articolo della Costituzione. Giustamente messa agli altari. Orbene, le due figure coincidono. La Persona sotto processo e che si deve difendere è nel contempo anche Avvocato e per giunta penalista. “Un noto penalista” come dagli stessi giornalisti delle maggiori testate italiane fu definito nei giorni caldi dopo l’11 gennaio 2004, giorno del ritrovamento  di una pistola  nel suo bagaglio a mano all’aeroporto di Reggio Calabria. E per questo arrestato dal giudice Francesco Mollace. Con successive due settimane di arresti domiciliari. E da qui una sequela di eventi tra cui una lettera al procuratore capo di Reggio Calabria dr. Catanese, ora in pensione, da parte dell’Avvocato Lupis nei due giorni precedenti l’interrogatorio del 14 gennaio 2004. Nella lettera l’Avvocato Lupis chiedeva che il procedimento contro di lui fosse affidato a magistrato diverso  dal dottor Francesco Mollace definendo quest’ultimo assolutamente inidoneo. Il procedimento fu comunque trattato da Mollace e l’Avv. Lupis fu denunciato per calunnia in riferimento alla lettera di richiesta della sostituzione di Mollace

Viene da pensare che tra il Catanese e il Mollace corresse molto buon sangue. L’Avvocato Giuseppe Lupis, secondo costoro, il sangue lo doveva versare. Infatti dopo sei mesi, il 22 luglio 2004 l’Avvocato Lupis fu arrestato per la famosa calunnia a magistrato. Ma qual è la calunnia? La richiesta a Catanese di sostituzione di Mollace per l’inidoneità di quest’ultimo. Conoscendo bene l’Avvocato Lupis, sappiamo quanto ci sta con la testa. Ovverosia è un professionista eccellentemente preparato e lucido e i suoi detrattori lo sanno, eccome!  In conclusione il nostro Avvocato si fece due mesi e mezzo di carcere duro, più un mese circa di arresti domiciliari. Vai a toccare i giudici. Resti fulminato. Ma non tutti. C’è chi non si fa intimidire da galere e persecuzioni e va fino in fondo per la ricerca della Verità. Uno tra questi, pochi ad oggi, è l’Avvocato Giuseppe Lupis.
Il giudice monocratico che da tempo presiede al procedimento penale a Catanzaro contro la Persona di Giuseppe Lupis, non ha ammesso i testi a Sua difesa, presentati nei termini di legge, dal Suo avvocato, Giuseppe Lupis. Avvocato di cui comunque poteva fare a meno, rispettando l’articolo 111 della Costituzione italiana. I TESTI A SUO CARICO INVECE SONO STATI AMMESSI. E, ciliegina sulla torta, per una parvenza di equità, gli hanno appioppato un avvocato d’Ufficio! Vi piace questa? Come se l’ Avvocato Lupis, se lo avesse ritenuto necessario, non avesse avuto tra i Suoi colleghi di oltre quarant’anni di attività forense, un collega e amico di Sua fiducia da nominare! L’Avvocato Lupis è un tenace difensore di norme e Leggi. Per Lui è una questione di principio onorare la Costituzione Italiana. Pertanto ha deciso di difendersi da solo, come è consentito dall’Articolo 111. Avendo a disposizione comunque il “Suo” Avvocato. Se poi le due figure coincidono non è un reato. E’ un rafforzativo. Per i giudici di Catanzaro ”nun‘se pò fà ” .

I sinistri, alcuni giudici, il Presidente Napolitano e buona parte dei giornalisti intelligenti dell’Espresso- la Repubblica in buona altra compagnia sono tutti d’accordo che la Costituzione va rispettata. Siamo d’accordo. Interpretiamola bene come dev’essere interpretata e rispettiamola. Sempre. Nel caso dell’Avvocato Lupis la Costituzione Italiana è letta con il navigatore orientato dai giudici. Come mai? Non è che l’Avvocato Giuseppe Lupis ha pestato loro i calli? Si. E’ così. L’Avvocato Giuseppe Lupis anzicchè essere connivente con  le ingiustizie, si ribella e denuncia per nome e per conto di una Sua cliente, Enrichetta Lucifero, per fare uno dei tanti esempi. Denuncia proprio il pm Salvatore Curcio della procura di Catanzaro, Valea e altri in associazione. Per l’appropriazione indebita, con dolo, dell’attico della Lucifero. Attico che si affaccia sul golfo di  Squillace, a Soverato,  e acquistato a trattativa privata - quando anni prima era stata stabilita la vendita all’asta pubblica - dal pm Salvatore Curcio e moglie, tramite il loro avvocato. Attico pignorato in procedimento esecutivo di cui il magistrato Valea era il titolare. Per maggiori dettagli sul caso potete   visitare - con cerca- questo giornale dove troverete un’ampia documentazione sul caso. E’ stato dedicato addirittura un intero numero dal DIBATTITO-news all’Avvocato Giuspeppe Lupis e alla sua vicenda giudiziaria. L’edizione straordinaria del 30 aprile 2009 che troverete.  Oltre che sull’atro giornale on line www.radiocivetta.eu

Ma la Corte Costituzionale e il Presidente Napoletano strillano che la Costituzione va onorata. Giusto! E perché  nel caso dell’Avvocato Lupis la si ignora? Perché non si  è onorato l’ articoli 111 della Costituzione Italiana? 
Se aspetti una risposta dai parrucconi, puoi attendere… Non arriverà fin quando i giudici deterranno il potere sul bene e sul male.

Onore alla Costituzione. Ma non ai tanti  reazionari che l’applicano, spesso malamente. O semplicemente la ignorano. Per tornaconto personale e di casta.



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